La Torre Pentagonale

   

 

 

 

Notizie Storiche

Prolago

Il primaio ordinamento di fare città sceverò l’agresta e solinga vita degli omini, che fue dallo incominciamento del secolo, dalla comunanza de’ bruti animali, overo fiere.In queste trattandosi la comune uttilità si trovò il nome della repubblica, e però le potentissime nazioni ed i sagrati principi neuna maggior gloria pensaro che fosse che fondare nuove cittadi, overo da altrui  fatte al suo nome recarle sotto spezie di farle avanzare. Nella quale opera l’umillità della vostra nobilitade sopra gli altri è vittoriosa, perchè’ dagli altri o poche, o pur una fatte ne sono, ma dalla vostra nobilitade cittadi sanza novero in tal modo con continua fatica sono compiute che non solamente per mano d’uomo fatte paiono, ma per fattura d’Iddio paiono ornate. E però che pasate tutti gli m’peradori di fedeltade e di temperanza e castitade, di buono esempio e di perdonare, veggiam noi i beni dell’animo e del vostro regno. In queste cose ad andare innanzi desideraro i nostri maggiori, e coloro che debbono venire desiderano di stendersi perpetuamente. Per le quali cose cotanto ci rallegriamo ch’è stato dato utile al mondo, quanto overo che la mente dell’uomo poté domandare, o poté dare la grazia d’Iddio. Ma per lo disponimento della vostra pietà quanto prode abbia fatto il lavorio delle mura che fuoro fatte, Roma ammaestra, che servò la salute dè cittadini  il difendimento della battaglia di Capitoglio, acciò che poscia possedesse la signoria dello m’perio di tutto il mondo glorioso. Ad dunque al compimento dell’opera impresa per comandamento della vostra maestade, sono certe ragioni, per le quali o le vostre cittadi sono da difendere, overo quelle dè nemici sono da disfare, di diversi savi per ordine ad aprire; e non m’increscerà la fatica, con ciò sia cosa che si creda che facciano prode ad ogn’uomo.

*Volgarizzamento di Vegezio “ dell’arte della guerra libro IV” di Bono di Giambono del Vecchio 1261- 1292.

 

 

Le origini

Situato nella valle dell'Ombrone Pistoiese,sulle colline settentrionali del Montalbano,allora denominati dei monti di sotto, al confine con i castelli di Monsummano e Montevettolini.Questa posizione lo pone in un luogo particolarmente strategico per il controllo della viabilità da e verso la pianura pistoiese - fiorentina.

 

Vinacciano dall'alto Medioevo al Rinascimento

 Che il castello di Vinacciano esistesse molto prima del 998 è evidenziato dal diploma che Ottone III spedì il 25 febbraio di quell'anno all'allora Vescovo Antonino della diocesi di Pistoia che aveva dominio feudale e autorita' giudiziaria su questa terra,dichiarando di prendere la Curtem Vinathianam sotto la sua protezione. Nel 1221 il fortilizio di Vinacciano passa di proprietà al comune di Pistoia dopo una dibattuta sentenza emessa in suo favore fatta dal legale imperiale Everardo di Lutra.Questo castello subì le stesse sorti dei suoi convicini,specie nel secolo XIV quando Uguccione della Faggiola,allora insediatosi signore a Lucca,mosse guerra alla città di Pistoia. Con il suo esercito ed i fuoriusciti pistoiesi di parte bianca e ghibellina,conquistò le roccaforti di Serravalle,Castellina,Casore e Marliana ed infine quella di Vinacciano insediandovi i suoi soldati e costringendo gli abitanti a partecipare alla presa di Pistoia. Tuttavia Uguccione non riuscì nel suo intento,nemmeno dopo aver corrotto con denaro alcuni soldati che dall'interno della città di Pistoia dovevano aprirgli le porte, inquanto essi furono scoperti e ad Uguccione non resto' che ritirarsi.L'importanza strategica del castello di Vinacciano viene confermata ancora nell'anno 1318 quando i Lucchesi rivolsero il loro esercito ancora una volta contro la città di Pistoia. Dopo aver assoggettato i vicini castelli che si arresero per la grande potenza del suo esercito,Castruccio signore di Lucca il 2 gennaio del 1318 arrivò nelle terre di Vinacciano che altro non potè fare che arrendersi alla sua volontà.Nel 1322 dopo che i Lucchesi presero Pistoia e tornando verso la propria città passarono da Vinacciano fortificandolo ed insediandovi suoi soldati. Le sue vicende storiche seguono la sorte della capitale Pistoia, passando dalla dipendenza dai Lucchesi a quella dei Fiorentini, come dimostrato dalle statue ancora visibili di  due leoni (marzocco, vedi immagine sotto), una leonessa  ed un leone seduti situate ai piedi della torre, che la città di Firenze  poneva come simbolo di sudditanza ai castelli conquistati ( vedi per esempio  il marzocco presso la rocca del castello di Larciano).

I due marzocchi di Vinacciano

Una dura sorte Vinacciano dovette subire nell'anno 1501 quando in Pistoia si scatenò una lotta di potere tra le due principali famiglie patrizie: quella dei Panciatichi e  quella dei Cancellieri che avevano entrambi possessi nel castello e nella  vicina campagna. Il Fioravanti  così racconta i fatti accaduti in questo anno nelle sue "Memorie Storiche della città di Pistoia": "I Panciatichi messa insieme tutta la loro gente si portarono al castello di Momigno e avendolo preso ci posero fuoco. Giunto il 24 Aprile presero Vinacciano ed arsero tutte le case de' Cancellieri; ed essendo state poco prima arse dai Cancellieri le case de' Panciatichi, restò quel castello , per questo ultimo incendio del tutto abbruciato, desolato e destrutto"